La celebre battaglia navale tra Ottaviano Augusto e Sesto Pompeo del 36 a.C. si sarebbe combattuta, secondo la ricostruzione e le ricerche del Dr. Giovanni Feminò, originario di Salice, nostro conterraneo e Socio del Movimento Casali di Tramontana, a largo della costa di Marmora, proprio di fronte al porto militare romano del Nuoloco localizzato dall’autore proprio alla foce del torrente omonimo all’odierno insediamento rivierasco.
La presentazione del nuovo volume su Nauloco del Dr. Giovanni Femino’, giovedì 14 marzo a Messina presso il Salone degli Specchi a Palazzo dei Leoni (ex Provincia), seguito ad una precedente pubblicazione “Marmora del Salice – Il fascino del Mito e della Storia”, ha destato molto interesse nel pubblico e nei relatori intervenuti per l’occasione.
Si è discusso e dibattuto a lungo, con documentati ed autorevoli interventi, della rivendicazione del sito dell’ antico sito di Nauloco, da cui ha preso nome la Battaglia di Nauloco tra Ottaviano Augusto e Sesto Pompeo ( 36 a.C.).
Secondo l’autore il sito non è da collocare a Venetico, ma nel territorio dei Casali di Tramontana, ed esattamente presso la foce del fiume di Marmora. Dati storici di Appiano sullo svolgimento della battaglia, che fu anche terrestre, e studi di Geografia Storica indicano chiaramente tale conclusione.
L’incrocio di dati cartografici militari, prima non conosciuti dagli studiosi convergono su tale conclusione. A ciò si aggiungono le caratteristiche oro-idrografiche, ancora conservate del sito. Le alture di Policara e di Piano di Comi, difatti, danno l’idea di “Rifugio delle navi” ( il toponimo Nauloco significa proprio questo).
L’antico bacino, col tempo, fu abbandonato per le vicende politiche di Messina, illustrate dall’autore, e per il disinteresse dimostrato dai vari dominatori.
I dati presentati dal Dr. Femino’ indicano chiaramente che il sito di Nauloco, luogo della Storia, non è a Venetico come in alcuni casi ipotizzato, ma appartiene al nostro territorio ed al Comune di Messina, che dunque, anche in virtù di questo, potrebbe e dovrebbe valorizzarlo e promuoverlo adeguatamente.
Esso potrebbe diventare una nuova potenziale risorsa di attrazione turistica dei Casali di Tramontana, e trasformarsi nel tempo, insieme ad altre ricchezze sparse sul territorio, volano di sviluppo di tutta la zona costiera.
I nostri giovani potrebbero abbandonare la via dell’emigrazione e trovare nella valorizzazione dei nostri luoghi una degna opportunità di occupazione lavorativa. Messina non sia matrigna per i nostri figli, sviluppi e renda vivibile il nostro territorio.
Uniti si Vince… !!!