Massa San Nicola: Prosegue l’attività di studio con il Dipartimento di Ingegneria dell’Università di Messina per il recupero di uno degli antichi mulini ad acqua ancora presenti sul torrente a monte del villaggio.

Prosegue proficuamente l’attività di studio svolta in collaborazione con il Dipartimento di Ingegneria dell’Università degli Studi di Messina finalizzata al recupero architettonico e funzionale di uno degli antichi mulini ancora presenti e riconoscibili siti a monte del villaggio di Massa San Nicola sul Torrente Corsari.

Dopo la ricognizione effettuata nei primi giorni del mese di settembre del 2022 nel sito sul quale si trova il rudere del mulino oggetto di studio, sono stati posti in essere da parte del Movimento gli indispensabili interventi di ripulitura e scerbatura che hanno finalmente permesso di avere una visione più chiara dell’intero edificio, sia nella disposizione dei suoi locali interni che del perimetro esterno.

Durante i successivi sopralluoghi, effettuati congiuntamente da componenti del Movimento Casali di Tramontana con i tecnici interessati del Dipartimento di Ingegneria dell’Università di Messina, si è proceduto ad effettuare degli schizzi della pianta e dei prospetti dell’edificio su cui sono state annotate tutte le misure rilevate con vari strumenti tecnici utili allo scopo (rullino metrico, doppio metro, asta metrica per le altezze inaccessibili e distanziometro laser).

Dai rilievi effettuati e dallo studio di ricostruzione avviato subito dopo, si è passati quindi dalla realizzazione della pianta del sito, alla individuazione dell’uso dei diversi locali di cui è costituito, ed infine anche alla identificazione dell’originaria tipologia del sistema di funzionamento dello stesso.

Questa prima fase di studio ed approfondimento è stata finora prevalentemente condotta da alcuni componenti del Gruppo Fondi Europei/PSR, con il Referente del Progetto per il Movimento Marcello Frattima, e da Luigi Risitano, tesista del Corso di Laurea di Ingegneria Edile per il Recupero dell’Università di Messina, sotto la guida del Prof. Alessio Altadonna, docente di Rilievo dell’Architettura presso il Dipartimento di Ingegneria dello stesso Ateneo.

Tale attività ha permesso di constatare la presenza, lungo il prospetto nord-ovest, di un asse ligneo orizzontale, u fusu, che fuoriesce dalla muratura, e da questo particolare si è intanto potuto dedurre che si trattava di un mulino a ruota verticale animato per di sopra, intendendo con ciò che il getto d’acqua che colpiva le pale, o meglio, le cassette della ruota, proveniva da una doccia collocata in cima ad un alto muro ancora nella sua sede, il quale accoglieva per tutta la sua lunghezza la saia, cioè il canale che conduceva l’acqua da una vasca più a monte fino all’estremità superiore della ruota per imprimerle il moto di rotazione.

Che si tratti della suddetta tipologia di mulino è altresì confermato oltre che dall’asse di rotazione anche dalla presenza sotto questo di uno scavo nella roccia, detto cassu, atto ad accogliere la ruota verticale.

L’edificio, oggi ridotto allo stato di rudere, consiste in tre ambienti di cui uno, cioè quello da cui fuoriesce u fusu, era suddiviso in due livelli mediante un soppalco ligneo, ormai del tutto inesistente, poggiante su delle travi in legno che si infilavano in delle buche pontaie ormai vuote.

Su tale soppalco dovevano essere collocate le due macine, quella superiore e quella inferiore, ossia la girante e la dormiente, che oggi si trovano appoggiate in un angolo di questo vano del locale del mulino, e quindi allo stesso livello che ospitava oltre alla stanza della molitura, anche un deposito, probabilmente di grano e farina.

Al vano centrale si accedeva anche da una porta posta all’estremità sinistra del fronte sud-ovest, lungo la cui parete esterna è poggiata una terza macina che, come si capisce dal suo spessore, è una seconda mola superiore.

Il grano, per la macinatura, veniva inserito in una tramoggia, a maidda, collocata al di sopra delle due macine, ma della quale non rimane traccia.

Da una porta posta lungo il prospetto sud-est si accedeva inoltre al piano terra della casa del mulino in cui entrando a destra si vede un angolo chiuso da due pareti e formante quello che era il catoio, ossia l’angolo cottura.

Infine, a destra della suddetta porta, è costruito, sfruttando la rimanente parte del muro, un secondo ambiente al quale si accede da una porta esterna posta nella parete perpendicolare al fronte sud-est del primo vano. Questo secondo ambiente corrispondeva ad una stanza da letto, comunicante comunque anch’essa con suddetto deposito.

Esaurita la fase conoscitiva preliminare del rilievo metrico e dell’individuazione sommaria dei materiali e degli elementi costruttivi costituenti il mulino si passerà a breve alla successiva fase di restituzione, ossia a tradurre in accurati disegni tecnici le misurazioni eseguite sul manufatto.

Il lavoro prosegue dunque ed il progetto prende progressivamente vita, contribuendo a concretizzare un’altra iniziativa di sviluppo per il territorio intrapresa dal Movimento Civico Casali di Tramontana.

Uniti si vince…!!!

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